Il Design Thinking: cos'è e come funziona
DA DOVE ARRIVA IL DESIGN THINKING?
Il Design Thinking prende spunto dalle tecniche del pensiero creativo, ma non serve essere Designer per applicare il Design Thinking, anzi. Il Design Thinking si applica ad ogni processo di progettazione aziendale e a tutti i settori, dal b2b al b2c.
Questa metodologia è stata codificata negli anni Duemila all’Università di Stanford in California. Anticipatrice è stata la californiana Ideo, che lo ha applicato in qualsiasi settore, dall’ideazione di un nuovo prodotto alla definizione di una nuova idea di business o organizzazione aziendale.
COME FUNZIONA?
Il Design Thinking sviluppa idee lavorando in gruppo: coinvolge tutti gli attori del processo, dai manager al team di lavoro, dai clienti ai fornitori, fino ai partner di qualsiasi livello, valorizzando le risorse di tutti per ricavare preziosi contributi e raggiungere intuizioni creative grazie allo scambio dialogico.
Il secondo aspetto caratterizzante del Design Thinking è un approccio guidato dalla centralità dell’esperienza dell’utente, o meglio degli utenti, rappresentati per categoria omogenea nelle cosiddette personas. Il Design Thinking insegna ad essere empatici, capendo a cosa l’utente dà veramente importanza e quindi individuando il vero valore aggiunto di un prodotto o servizio.
Questo è il punto di partenza di un approccio metodologico fortemente orientato al risultato. Il Design Thinking combina insieme ciò che è desiderabile dal punto di vista umano, ciò che è fattibile dal punto di vista tecnologico e ciò che è sostenibile dal punto di vista economico.
COME SI APPLICA?
Il Design Thinking prevede una progettazione suddivisa in tre fasi consequenziali e iterative: ricerca, ideazione, test e implementazione.
La ricerca serve a conoscere l’utente ed empatizzare con le sue necessità; essa permette di comprenderne le richieste e, al contempo, di scoprire le opportunità di progetto. Le modalità di realizzazione dipendono dal tempo a disposizione, dal budget, dalle necessità, e possono comprendere osservazioni sul posto, interviste, questionari, analytics, ovvero varie tecniche utili ad assumere il punto di vista dell'utente.
L’ideazione è la fase che consente di riformulare la domanda iniziale e ripartire da essa per ideare potenziali soluzioni. Le tecniche utilizzate sono il brainstorming, lo sketching, la gamification: modalità intuitive che favoriscono le libere associazioni di idee.
La terza fase infine è la prototipizzazione: mette in discussione l’effettiva validità delle idee migliori, utilizzando dei prototipi abbozzati per testarne con gli utenti l’efficacia. Questo consente di identificare rapidamente quali sono le soluzioni che effettivamente rispondono alle esigenze degli utenti e di perfezionarle, fino a poter consegnare il prodotto funzionante.
QUALI I VANTAGGI DEL DESIGN THINKING?
Il Design Thinking porta le aziende ad avere soluzioni estremamente personalizzate e non replicabili. Migliora la capacità di prendere decisioni, crea una cultura di innovazione, riduce i costi e crea un ambiente positivo e proattivo.
PER CHI? ANCHE PER TE!
Da Deutsche Bank a Nintendo, da Coca Cola a Philips, da Greenpeace a Vodafone, da Auchan a General Electric, sono solo alcune delle aziende “famose” che utilizzando il Design Thinking da diversi anni, ma ve ne sono molte altre, molto meno famose, che lo utilizzano da tempo con la stessa convinzione. In Italia vi è un interesse crescente verso l’adozione di metodologie Design Thinking, soprattutto all’interno dell’Industria 4.0.
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